I famosi spaghetti con meatballs americani, ma in versione vegetariana
Gli spaghetti con meatballs sono un piatto che mi ha sempre incuriosito molto, spesso presente nei film e telefilm americani come piatto italiano per eccellenza, peccato che in Italia non li abbia mai visti e nemmeno mangiati, un po’ come le fettine di pollo alla parmigiana, le “Chicken Breast Parmesan” o le “fettuccine Alfredo”.
Infatti per quanto riguarda i primi due si tratta di piatti nati negli USA, ma di ispirazione italiana e quasi sconosciuti da noi, mentre le fettuccine Alfredo sono più note e diffuso all’estero che in Italia.
Durante un mio viaggio negli Stati Uniti, diversi anni fa, ho voluto assaggiarli in un ristorante italiano in una sperduta cittadina dello Utha ed ammetto che li ho trovati squisiti, saporiti, ben cucinati e soprattutto al dente.
Oggi ho voluto cucinarli in versione vegetariana, mentre scrivevo il titolo della ricetta mi è sorto un dubbio, li posso chiamare spaghetti con meatballs vegetariani?
Meatball significa letteralmente palle di carne, quindi risulterebbe spaghetti con palle di carne vegetariane…la cosa mi suona veramente male, meglio stare su spaghetti con polpette vegetariane.
Spaghetti con le polpette vegetariane
- 400 g di spaghetti
Per le polpette vegetariane:
- 200 g di spinaci freschi puliti (160 g cotti)
- 120 g di grana grattugiato
- pangrattato qb (circa 50/60 g)
- 1 cucchiaio raso di farina
- 1 uovo piccolo
Per il sugo:
- 1 spicchio d’aglio
- 400 g di polpa di pomodoro (o 5 grossi pomodori maturi se di stagione)
- 3 foglie di basilico fresco
- olio extravergine d’oliva qb
- 1 pizzico di sale
- 1 pizzico di pepe (facoltativo)
- Per prima cosa ho preparato il sughetto per la pasta.
- Ho messo sul fuoco, in una casseruola, 2 cucchiai di olio extravergine d’oliva e lo spicchio d’aglio, una volta scaldato ho versato la polpa di pomodoro (o i pomodori freschi pelati e tagliati a pezzi) ed ho cotto a fuco lento per 10 minuti il sugo dopo aver aggiunto un pizzico di zucchero e di sale.
- Se si utilizzano i pomodori freschi il sugo va passato con un frullatore ad immersione.
- Nel frattempo ho preparato le polpette vegetariane.
- Ho lessato gli spinaci in poca acqua bollente per pochissimi minuti, li ho scolati e strizzati bene.
- Ho versato in una terrina capiente 40 g di pangrattato, il formaggio grattugiato e gli spinaci passati al setaccio (o frullati con un mixer), ho mescolato bene e aggiunto l’uovo, la farina, un pizzico di sale.
- Ho aggiunto un altro po’ di pangrattato per raggiungere la giusta consistenza e con le mani ho formato tante piccole polpettine, me ne sono venute 16 in tutto.
- A questo punto ho versato con delicatezza le polpette nella pentola con il sugo, dopo aver tolto lo spicchio d’aglio ed ho continuato la cottura per circa 15 minuti a fiamma bassa e con il coperchio, controllando ogni tanto che non si asciugasse troppo.
- A fine cottura ho aggiunto un filo d’olio, un pizzico di pepe e le foglie di basilico spezzettate con le dita.
- Mentre preparavo le polpette vegetariane al sugo ho cotto 400 g di spaghetti in abbondante acqua salata e li ho scolati al dente.
- Infine ho servito gli spaghetti condendoli con le polpette ed il loro sugo e con abbondante formaggio grattugiato.
Ines Di Lelio says
STORIA DI ALFREDO DI LELIO, CREATORE DELLE “FETTUCCINE ALL’ALFREDO” (“FETTUCCINE ALFREDO”), E DELLA SUA TRADIZIONE FAMILIARE PRESSO IL RISTORANTE “IL VERO ALFREDO” (“ALFREDO DI ROMA”) IN PIAZZA AUGUSTO IMPERATORE A ROMA
Con riferimento al Vostro articolo ho il piacere di raccontarVi la storia di mio nonno Alfredo Di Lelio, inventore delle note “fettuccine all’Alfredo” (“Fettuccine Alfredo”).
Alfredo Di Lelio, nato nel settembre del 1883 a Roma in Vicolo di Santa Maria in Trastevere, cominciò a lavorare fin da ragazzo nella piccola trattoria aperta da sua madre Angelina in Piazza Rosa, un piccolo slargo (scomparso intorno al 1910) che esisteva prima della costruzione della Galleria Colonna (ora Galleria Sordi).
Il 1908 fu un anno indimenticabile per Alfredo Di Lelio: nacque, infatti, suo figlio Armando e videro contemporaneamente la luce in tale trattoria di Piazza Rosa le sue “fettuccine”, divenute poi famose in tutto il mondo. Questa trattoria è “the birthplace of fettuccine all’Alfredo”.
Alfredo Di Lelio inventò le sue “fettuccine” per dare un ricostituente naturale, a base di burro e parmigiano, a sua moglie (e mia nonna) Ines, prostrata in seguito al parto del suo primogenito (mio padre Armando). Il piatto delle “fettuccine” fu un successo familiare prima ancora di diventare il piatto che rese noto e popolare Alfredo Di Lelio, personaggio con “i baffi all’Umberto” ed i calli alle mani a forza di mischiare le sue “fettuccine” davanti ai clienti sempre più numerosi.
Nel 1914, a seguito della chiusura di detta trattoria per la scomparsa di Piazza Rosa dovuta alla costruzione della Galleria Colonna, Alfredo Di Lelio decise di trasferirsi in un locale in una via del centro di Roma, ove aprì il suo primo ristorante che gestì fino al 1943, per poi cedere l’attività a terzi estranei alla sua famiglia.
Ma l’assenza dalla scena gastronomica di Alfredo Di Lelio fu del tutto transitoria. Infatti nel 1950 riprese il controllo della sua tradizione familiare ed aprì, insieme al figlio Armando, il ristorante “Il Vero Alfredo” (noto all’estero anche come “Alfredo di Roma”) in Piazza Augusto Imperatore n.30 (cfr. il sito web di Il Vero Alfredo).
Con l’avvio del nuovo ristorante Alfredo Di Lelio ottenne un forte successo di pubblico e di clienti negli anni della “dolce vita”. Successo, che, tuttora, richiama nel ristorante un flusso continuo di turisti da ogni parte del mondo per assaggiare le famose “fettuccine all’Alfredo” al doppio burro da me servite, con l’impegno di continuare nel tempo la tradizione familiare dei miei cari maestri, nonno Alfredo, mio padre Armando e mio fratello Alfredo. In particolare le fettuccine sono servite ai clienti con 2 “posate d’oro”: una forchetta ed un cucchiaio d’oro regalati nel 1927 ad Alfredo dai due noti attori americani M. Pickford e D. Fairbanks (in segno di gratitudine per l’ospitalità).
Un aneddoto della vita di mio nonno. Alfredo fu un grande amico di Ettore Petrolini, che conobbe nei primi anni del 1900 in un incontro tra ragazzi del quartiere Trastevere (tra cui mio nonno) e ragazzi del Quartiere Monti (tra cui Petrolini). Fu proprio Petrolini che un giorno, già attore famoso, andando a trovare l’amico Alfredo, gli disse che lui era un “attore” della cucina romana nel mondo e gli consigliò di attaccare alle pareti del ristorante le sue foto con i noti personaggi soprattutto dello spettacolo, del cinema e della cultura in genere che erano ospiti di “Alfredo”. Anche questa è una bella tradizione di famiglia che continuo a rendere sempre viva con affetto ed entusiasmo.
Desidero precisare che altri ristoranti “Alfredo” a Roma (come Alfredo alla scrofa o Alfredo’s gallery) non appartengono e sono fuori dal mio brand “Il Vero Alfredo – Alfredo di Roma”.
Vi informo che il Ristorante “Il Vero Alfredo” è presente nell’Albo dei “Negozi Storici di Eccellenza – sezione Attività Storiche di Eccellenza” del Comune di Roma Capitale.
Grata per la Vostra attenzione ed ospitalità nel Vostro interessante blog, cordiali saluti
Ines Di Lelio
lemiericetteconesenza says
Grazie Ines, non conoscevo la vera storia delle fettucine Alfredo e mi fa piacere che a raccontarmela sia la nipote del creatore di questo piatto così noto. Ti ringrazio molto