
Torta con il partenio, da un’antica ricetta veronese
La torta con l’erba amara
La torta con il partenio (Tanacetum parthenium o Chrysanthemum parthenium), è una ricetta tipica delle mie zone. Si tratta di un dolce semplice e con pochi grassi, di quelli che si preparavano una volta quando si avevano a disposizione pochi ingredienti e si cercava di utilizzare quello che si aveva in casa: zucchero, qualche cucchiaio di olio extravergine e non burro, uova fresche, un goccio di latte.
Da noi viene chiamata torta col daniel o torta con l’erba amara, nome popolare del partenio, una pianta aromatica che ho utilizzato spesso nelle mie ricette perché mi ricorda la mia infanzia, il profumo delle squisite frittelle che mi preparava mia nonna con quest’erba: il tortel.
Molti mi hanno chiesto che differenza c’è tra il partenio (foto di sinistra) e la camomilla (foto di destra) e, in realtà, se si confrontano le due piante insieme, si nota subito la diversità, sia per quanto riguarda il fiore, sia per le foglie. Inoltre il profumo e l’aroma sono completamente diversi. Come per ogni erba sconsiglio di utilizzarla a chi non la conosce bene, è infatti facile confonderla con piante simili se non se ne ha ben presente il profumo e le caratteristiche.
Inoltre, con il termine di erba amara, nelle varie zone d’Italia, si indicano molte piante tra loro piuttosto diverse, ho visto sul web che una torta molto simile, chiamata torta con l’erba amara, alla quale viene attribuita un’origine veneta, viene preparata ad esempio con l’artemisia, ma si tratta di un’erba che personalmente non ho invece mai utilizzato in cucina.
Torta con il partenio, da un’antica ricetta veronese
- 3 uova
- 250 g zucchero
- 250 g di farina
- latte qb
- 3 cucchiai di olio extravergine d’oliva del Garda
- 1 bustina di cremor tartaro + 1 cucchiaino raso di bicarbonato (o una bustina di lievito per torte)
- una manciata di foglioline di partenio
- 1 pizzico di sale
- zucchero a velo qb (facoltativo)
- Con le fruste ho sbattuto le uova con lo zucchero sino a renderle spumose, ho aggiunto gli ingredienti secchi setacciati: farina, sale, cremor tartaro e bicarbonato ed infine l’erba amara tritata e l’olio, amalgamandoli con un cucchiaio di legno.
- Per regolare la consistenza ho versato un po’ di latte (circa 100 ml).
- Infine ho versato il composto in una tortiera imburrata (se si preferisce oliata) ed infarinata diametro 22 cm ed ho cotto a 180° per circa 40 minuti.
- Ho fatto la prova stecchino e sformato la torta su una gratella in modo da farla completamente raffreddare.
- Prima di servirla ho spolverizzato con zucchero a velo.
Ricordo con affetto dei canederli proprio con quest’erba, a me ancora sconosciuta.
Però anche grazie a te e ad alcune amiche ho preso dei libri e quest’estate ho corso un sacco tra i campi alla ricerca di erbe spontanee.
Mi piace questa torta, perchè fa del suo essere semplice una marcia in più!
Grazie Monica, avevi centinaia di ricette mi fa piacere che ti ricordi i miei canederli 🙂
Questa torta è favolosa perché nella sua semplicità è racchiusa la sua vera ricchezza…complimenti mia cara! Un abbraccio forte, Ale.
Grazie Ale, è una di quelle torte che puoi fare anche quando non hai niente in casa e poco tempo.
Una meraviglia di bontà e di sofficezza! Molto bella da vedere questa torta pur nella sua semplicità.
Non avevo mai sentito di torte con erbe amare e da noi in effetti le “erbe amare” sono sorta di cicorie da mangiare in padella!
E’ una ricetta antica Claudia e l’erba era molto usata in passato nel veronese, soprattutto per fare le frittelle.
Originalissima grazie all’uso di quest’erba che, purtroppo, non conosco affatto… ho l’idea che dia un tocco di particolarità all’impasto. Sono questi i dolci migliori, secondo me, quelli che ti accompagnano dalla colazione del mattino al the del pomeriggio… e tu questo l’hai reso diverso da tutti gli altri senza stravolgerne l’essenza, bravissima!
Un caro saluto 🙂
L’erba amara ha un sapore piuttosto forte e caratteristico che rende la torta inconfondibile. Grazie un abbraccio 🙂
Sono capitata per caso sul tuo sito e con piacere ho letto questa ricetta che mi ha fatto rievocare un sacco di ricordi legati alla mia infanzia e alla mia nonna che mi preparava delle squisite frittelle usando proprio quest’erba che io conosco come “erba delle femene”.
Ho preparato l’impasto e la torta è già in forno… Sento già un profumino! Non vedo l’ora di assaggiarla!
Grazie davvero
Ciao Elena, vedo ora il tuo commento, spero ti sia piaciuta la torta 🙂
Ho scoperto con grande piacere questa tua ricetta di torta col danièl. A casa mia veniva usato soprattutto per le frittate (in quantità notevole, me le ricordo profumatissime e verdi) e talvolta per i tortei.
Da tanti anni me ne sono andata lontana dal lago, ma coltivo sempre qualche pianta di danièl in vaso per un moto di nostalgia quasi proustiano.
Il dolce di famiglia era il fogassìn cotto sulle braci del camino, e anche di questo hai riportato la ricetta. All’epoca non avevamo la doppia gradela e per girarlo si usava la panara della polenta.
Grazie Paola di avermi ricordato quei sapori e quegli anni.
Grazie a te Renata, mi fa davvero piacere